
Sviluppatosi all’ombra della crisi dello Stato, di apparati venuti meno sotto l’insostenibile peso delle ambizioni imperiali littorie, il mercato nero è pratica ricorrente ancora nell’immediato secondo dopoguerra. In questo breve saggio, l’Autore ne restituisce una fenomenologia minuta, racchiusa nella fredda serialità dei rapporti quindicinali di Questura che passano in rassegna un intero ciclo di economia sommersa. Quel resoconto periodico da parte degli organi di pubblica sicurezza dà conto, al contempo, delle attività di contrasto poste in essere: controlli nelle masserie, operazioni di polizia annonaria, posti di blocco lungo le strade interne, sorveglianza intensificata sui porti del litorale barese. È tra le crepe di questa attività repressiva che va ad inserirsi, per poi svilupparsi, l’azione criminale portata dalla “Striscia”, banda operante nel nord barese tra il 1945 e il 1950, particolarmente attiva nei territori compresi tra Molfetta e Trani, ascesa agli onori della cronaca per la spavalda efferatezza dei suoi componenti.