«Non ci avevo mai pensato prima. Eppure da tanti anni ascolto musica sinfonica che mi accompagna nelle giornate di lavoro e nei momenti di riflessione. Come un sottofondo, un clima diventato delicata scansione della quotidianità. E che in certi momenti reclama una pausa dall’attività, per consentire al cuore di dilatarsi e di accogliere l’armonia di una musicalità che evoca emozioni e sentimenti con un’intensità di pienezza, che non lascia spazio che all’ascolto. E allora perché non pensare di coniugare sinfonia e vita, in una combinazione che non sappia di astrazione vuota, di esercitazione letteraria, di aspirazione presuntuosa? E con quale strumento cimentarmi, se non con quello più congeniale, con l’“attrezzo del mestiere” più abituale, se non con la scrittura? Un’umile scrittura feriale, espressione di una quotidianità che dica proprio quel “giorno per giorno” dell’esistenza concreta, dell’esperienza che a ogni donna e a ogni uomo è dato di fare, acquisendone poco alla volta maggiore consapevolezza».
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